Secondo il quotidiano Bresciaoggi, tra gli indagati per la vicenda del sovrapasso di via Rose ci sarebbe anche un dipendente del Comune di Brescia.
Si tratterebbe di Angelo Capretti, Responsabile Settore Ambiente ed Ecologia del Comune, il cui nome si aggiunge a quelli di Antonio Taini, della Basileus spa, l’azienda incaricata dei lavori, e Angelo Galeazzi, di Atig srl.
Secondo l´accusa, Atig, avrebbe realizzato “una discarica abusiva di rifiuti pericolosi” e “una discarica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi, costituita da rifiuti provenienti dalla demolizione di inerti”. A Capretti verrebbe contestata, l’omissione dei necessari controlli per il rispetto della normativa ministeriale sullo smaltimento dei materiali.
La vicenda è tuttore in fase di sviluppo ma le notizie trapelate su di essa non sono rassicuranti e non possono fare altro che alimentare dubbi e perplessità sull’altra intricata vicenda della discarica di amianto di via Brocchi, autorizzata per ben due volte dalla Regione Lombardia, fermata per altre due volte a causa di sospensiva emanata dal TAR di Brescia a seguito di un ricorso e che beneficia tuttora addirittura della chiusura di una strada al traffico per consentire alla ditta Profacta di procedere nei lavori con celerità. Via Brocchi è chiusa al traffico ormai dal dicembre scorso anche se lo stesso Sindaco Paroli ha dichiarato tempo addietro in un incontro con alcuni esponenti del Comitato Spontaneo, di non essere a conoscenza di chi ne avesse disposto la chiusura.
Troppi dubbi, troppe incertezze e, probabilmente, anche troppa fretta nel concedere autorizzazioni. Forse un contatto più ravvicinato con il territorio e con la gente avrebbe consentito a politici e funzionari di autorizzare prima e riautorizzare poi una discarica di amianto a meno di 200 metri dal centro abitato. Dite che prima o poi qualcuno si accorgerà della palese incompatibilità dell’opera con l’ambiente circostante?