Come definire oggi la politica? Un vero e proprio pantano, una palude.
A fronte di una richiesta (o meglio: imposizione) agli Italiani di stringere ulteriormente la cinghia, la politica spicca sempre più per la NON corretta gestione della “cosa” pubblica.
Un esempio? Anche la regione Lombardia, che è segnalata da più fonti come la più virtuosa in Italia, di recente ha bocciato la proposta di ridurre le auto blu destinate agli assessori (ndr:editoriale corriere.it a firma di G.A. Stella del 16.11.2011).
Anche in questi tempi di crisi la politica pone in risalto sempre e comunque una sua caratteristica peculiare: proporre? Nooo! essere costruttivi? Nooo!!!
Lo sport nazionale è divenuto quello della rissa verbale e della faziosità a tutti i costi. Ma si sono resi conto che siamo sull’orlo del baratro?
L’unica persona degna di considerazione è il nostro Presidente della Repubblica che, nonostante la veneranda età, è costretto a trainare con la sua competenza la nostra vecchia Italia.
Speriamo almeno che il nuovo governo dia una sferzata in relazione a quella trasparenza che ora è necessaria per riconquistare quella fiducia ormai in noi assente.
Ricordiamo ai nostri rappresentanti politici che non siedono nei posti di potere perchè sono Dei (quelli li lasciamo alla mitologia), ma sono persone comuni che devono amministrare con onestà e semplicità.
Finiamola di farci vedere all’uscita di una chiesa, quando termina la funzione, per far vedere che siamo vicini all’elettorato cattolico, oppure partecipare alla presentazione del libro del signor Rossi di turno per apparire sui giornali, oppure cercare l’intervista per dare quel falso appoggio a chi manifesta i propri problemi.
Penso e sogno che la politica si fa in strada in mezzo alla gente, dimostrando vera vicinanza, onestà intellettuale nel rispondere ai cittadini.
Insomma, essere vicini alla realtà.

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