Ma allora questo Cesio 137 nella falda è arrivato o no? Le notizie diffuse finora ufficialmente dicono di no, ma la matematica secondo Andra Tornago, dice invece di si. Andrea Tornago è l’ormai famoso giornalista di radio Popolare che co la sua inchiesta ha portato alla ribalta il grosso problema, che qualcuno avrebbe preferito far dimenticare, del grosso rischio per la salute pubblica dei bresciani, che rappresenta il sito radioattivo della ex Cava Piccinelli che da ben 12 anni aspetta di essere bonificata dopo che gli accertamenti eseguiti dalla Nucleco avevano accertato nel proprio sottosuolo la presenza di Cesio 137 (elemento altamente radioattivo).
Proprio secondo Tornago sarebbero gli stessi rilievi della Nucleco, sommati ai recenti dati diffusi in relazione alla falda a far pensare che invece la contaminazione della falda ci sarebbe.
Le cifre dicono infatti che dai precedenti rilievi, il materiale radioattivo si trovava a 4/5 metri sotto il suolo. A quei tempi il livello di profondità della falda era stimato in circa 5,5 metri dal suolo.
I dati in merito alla falda pubblicati ultimamente dicono che la stessa si è alzata in questi ultimi anni di circa 4 metri il che, secondo la matematica, evidenzia una intersezione tra il Cesio e la falda per circa un paio di metri.
Se a questo aggiungiamo che le attestazioni finora rese pubbliche tendenti a tranquillizzare i bresciani si basano sui rilievi di due piezometri su quattro (due di essi sono stati “danneggiati” durante operazioni di movimento terra), forse il dubbio che, secondo Andrea Tornago, i conti non tornino è più che giustificato.
Quello che fino ad oggi non è giustificato è il ritardo nel riposizionare i piezometri, di cui l’Amministrazione ha ammesso di sapere del danneggiamento, e la mancanza di informazione e chiarezza nei confronti dei cittadini i quali, tanto per essere chiari, sono in attesa ed hanno il diritto di avere su questa storia, informazioni chiare basate su dati certi.
La bonifica dell’area è un’operazione certamente costosa ma, siamo sicuri, meno costosa dei milioni tirati fuori da questa amministrazione per comprare i locali dell’ex Oviesse oppure di quelli spesi per duplicare una sede di Circoscrizione che esisteva già fin dalla nascita del quartiere di Sanpolino e di proprietà dello stesso Comune.
La lista dei soldi spesi dal Comune di Brescia su opere di utilità quasi nulla per i cittadini potrebbe continuare: quelle che abbiamo citato sono le due più evidenti, con i soldi delle quali si sarebbe potuta bonificare la Cava Piccinelli tutelando la salute di TUTTI I BRESCIANI invece di trastullarsi con cubi bianchi, terreni per i Sinti che non saranno mai utilizzati, Torri di San Polo da demolire e chi più ne ha più ne metta!