Anni di industrializzazione spesso incontrallata hanno regalato a Brescia il triste primato di provincia italiana che detiene il maggior numero di scorie radioattive di origine non nucleare.
Lo riferisce Andrea Tornago in un articolo pubblicato recentemente sulla pagina bresciana del Corriere della Sera.
Attualmente oltre ai sette depositi contenenti scorie contaminate da Cesio 137, ci sono 160 sorgenti radioattive detenute in numerosi stabilimenti, 70 delle quali sottoposte a sequestro giudiziario.
Dove le condizioni lo consentono, la tendenza è quella a mettere in sicurezza le scorie sul posto.
Ma il parere dell’Asl, dato già all’indomani del primo tavolo tecnico è categorico: «Tramite ordinanza sindacale, o prescrizione in tema della salute dei lavoratori, dovranno essere allontanate dagli stabilimenti tutte le sorgenti radioattive rinvenute e ad oggi custodite nei diversi depositi aziendali». Per questo le istituzioni sono propense all’individuazione di un super bunker.
I dubbi però sulla realizzazione di questa opera non sono pochi. Si parte dall’identificazione del sito che dovrebbe ospitarlo alla tipologia ed alla struttura dello stesso con la valutazione del conseguente grado di sicurezza offerto soprattutto nel lungo periodo.
Comunque, allo stato attuale, quella del bunker sembra essere l’ipotesi più credibile sulla quale si sta lavorando. La conferma arriva direttamente dal Dott. Giulio Sesana, Direttore dell’ARPA di Brescia, che, in una intervista a Pietro Gorlani del Corriere della Sera, afferma che quella del sito unico “ … è un’ipotesi su cui stanno lavorando sinergicamente tutte le istituzioni che siedono al tavolo tecnico della Prefettura. Visto l’elevato numero di sorgenti contenenti fonti radioattive che nella quasi totalità dei casi corrispondono alla presenza di aziende attive nella fusione del rottame, è un’ipotesi risolutiva efficace. Logicamente sugli aspetti tecnici e sulle modalità di realizzazione dovranno esprimersi gli esperti dell’Ispra “.
E noi speriamo che almeno questa volta prevalga il buon senso nel fare in modo che opere di questa portata non vengano realizzate arrecando danno alla salute dei cittadini come potrebbe avvenire se, ancora una volta, il genio di turno guardasse alle cave come il posto ideale dove realizzare questo deposito!