Brescia ha deciso: il nuovo Sindaco della Città è Emilio Del Bono, candidato del centrosinistra che conquista la Loggia con oltre il 56% dei consensi.
Nulla da fare per il primo cittadino uscente Adriano Paroli, espressione della coalizione del centrodestra che per cinque anni ha governato la Città tra polemiche ambientali e assenteismo cronico visto che, oltre ad essere Sindaco, era anche deputato al Parlamento.
Forse proprio questo ha fatto si che la gente lo vedesse distante dai problemi della Città o forse non gli ha perdonato di avere lasciato di fatto il governo della Città al leghista Fabio Rolfi che, dal canto suo, ha dedicato troppo spazio alla solita crociata leghista contro gli extracomunitari (rimozione di panchine, bonus bebè, divieti vari di gioco a pallone nei parchi, divieti di gioco al cricket….) e troppo poco spazio ai problemi reali della gente.
L’eccessivo spazio alla voglia di esposizione mediatica leghista è poi emerso con il tristemente famoso “progetto di quartiere” fortemente voluto dall’Assessore Massimo Bianchini (Lega Nord) che prevedeva l’abbattimento delle torri di San Polo, un argomento che ha tenuto banco e scatenato vivaci polemiche fino a pochi mesi fa, facendo emergere l’enorme confusione che ha regnato intorno alla vicenda visto che con il passare del tempo non si era mai riusciti a proporre un progetto chiaro mentre il centrosinistra ne chiedeva con forza la riqualificazione o la vendita.
Alla fine dell’esperienza San Polo si ritrova con una torre praticamente svuotata dei suoi inquilini che nel frattempo sono stati ricollocati in nuove abitazioni a poche centinaia di metri di distanza facendo emergere tutta la contraddizione dell’operazione alla base della quale l’Assessore poneva quella che alla storia sarà consegnata come “problema sociale”!
E che dire di anni di opposizione alla realizzazione di una discarica di amianto a poche centinaia di metri dalle abitazioni in zona San Polo / Buffalora? Su questa lotta l’amministrazione Paroli ha sempre latitato instaurando anche pretestuosi battibecchi con le associazioni ambientaliste del territorio che, in fondo, volevano solo tutelare l’ambiente e la salute pubblica.
L’ambiente, appunto, quello stesso assessorato retto dalla dottoressa Vilardi che stranamente non ha mai pensato di opporsi alla realizzazione della discarica in via Brocchi, autorizzata dalla Regione Lombardia in base a valutazioni sicuramente discutibili ed elementi di contrarietà inconfutabili portati peraltro più volte in giudizio. E se a questo aggiungiamo l’infelice battuta (“farò bonificare l’ufficio”) all’indirizzo di chi ha occupato nelle settimane scorse l’ufficio del suo Assessorato chiedendo la bonifica di una scuola elementare dove da anni i bambini non possono più giocare, si capisce chiaramente che quello che è mancato è stato il confronto con la gente, il dialogo e la volontà di ascoltare ed accettare critiche e consigli.
Del Bono ha avuto il pregio di scendere in piazza, nelle strade in mezzo alla gente ed ascoltare i cittadini. Ha sicuramente avuto il merito di riportare la politica in mezzo alla gente, di non farla sentire distante come se fosse un’entità esterna.
Gli incontri con il candidato aspirante Sindaco sono stati sempre gremiti di gente, di tutta quella gente che in cinque anni ha faticato a rapportarsi con un Sindaco che non c’era mai e con una amministrazione concentrata esclusivamente su costose e inutili operazioni di facciata (il parcheggio sotto il castello o il riposizionamento del Bigio tanto per dirne due a caso…..).
Il programma di Del Bono ha parlato chiaro, molto più chiaro rispetto a quello di Paroli, ma soprattutto in maniera più vicina alle esigenze della gente. Più attenzione all’ambiente, inizio in tempi brevi delle operazioni di bonifica dove previsto e attenzione alle problematiche sociali e del lavoro con accantonamento di altri progetti tanto ambiziosi quanto inutili, come la sede unica degli uffici comunali.
La vittoria di Emilio Del Bono con il 56% dei consensi è una sconfitta che lo stesso Paroli, in una intervista ad una emittente televisiva locale, ha dichiarato di non aspettarsi giudicandola eccessiva ma, in fondo, possiamo dire che al centrodestra, in queste elezioni, sono mancati gli argomenti: lo dimostra il fatto che, a pochi giorni dal ballottaggio, l’unico mezzo rimasto per contrastare il candidato del PD è stato quello di modificare la scritta del proprio slogan elettorale anteponendo (peraltro abusivamente) le lettere “NON” davanti alla scritta “SI CAMBIA”.
Un esempio chiaro di politica del “cattivo gusto” che avrà convinto anche i più perplessi che l’attuale centrodestra forse non aveva più nulla da dire alla Città!