(Roberta P.) – L’altra notte siamo andati a dormire sapendo che il mattino seguente ci saremmo potuti svegliare con il mondo cambiato, o quanto meno con la consapevolezza che avremmo dovuto rifare tutte le cartine geografiche.
“Dovrebbe la Scozia essere un paese indipendente? ” questo il quesito che è stato sottoposto agli scozzesi i quali erano tenuti a rispondere “Si” o “No”. Cinque milioni, compresi i sedicenni che per l’occasione voteranno, gli aventi diritto al voto.
Fortunatamente per l’Europa, ma sfortunatamente per il movimento indipendentista e il suo leader Alex Salamond il 54% dei votanti ha crocettato e quindi scelto il “NO”: Elisabetta potrà festeggiare il 61° giubileo anche con gli scozzesi.
Ma, cosa sarebbe cambiato per l’Europa se avessero vinto il “SI”?
L’UE temeva il “contagio scozzese”. Se la Gran Bretagna ha accettato e legalizzato il referendum per l’indipendenza non è detto che l’avrebbero fatto anche i paesi come Cipro, il Belgio, la Grecia o la Romania particolarmente minacciati dai movimenti separatisti ; come avvenuto in Spagna con la Catalonia.
Altro problema, di cui non dobbiamo più preoccuparci, è la moneta: gli Indipendentisti, infatti, volevano un’adesione della Scozia all’UE con successiva adozione dell’euro.
Senza andare troppo lontano, anche il Bel Paese si è lasciato prendere dall’entusiasmo d’indipendenza scozzese.
Alla vigilia delle elezioni, infatti, la Lega Veneta chiedeva di dar voce anche ai cittadini veneti.
C’erano tutti i parlamentari del territorio davanti a Montecitorio per una simbolica “marcia su palazzo Chigi”, con bandiere, striscioni e magliette col Leone di San Marco a chiedere “libertà di parola per il popolo Veneto”.
Siamo poi così sicuri che un’indipendenza veneta gioverebbe all’Italia e a Veneto stesso?
A farla da padrone nei dibattiti nostrani per la secessione della Padania o per l’indipendenza del Veneto è sempre stata la questione economica e non il “… ridurre la distanza fra ricchi e poveri” o il ”voler creare un paese più prospero perché sappiamo che i paesi di successo sono più uguali e coesi” come affermato dal rappresentante della campagna per l’indipendenza “Yes Scotland”.
Per il momento, comunque, possiamo stare tranquilli che le nostre cartine geografiche non dovranno essere cambiate!