Anche la giunta Corsini ha speso soldi pubblici. E non potevamo aspettarci altro, visto che la notizia arriva adesso che quasi l’intera giunta Paroli si trova indagata per avere speso in maniera “illegittima” tramite carte di credito del Comune di Brescia. La notizia gira da un pò e arriva proprio al momento giusto quasi a creare le condizioni per mitigare le presunte colpe degli attuali amministratori.
Le informazioni fatte circolare sulle spese della giunta Corsini parlano di oltre 300.000 Euro durante i cinque anni di legislatura, ma il punto non è l’entità della somma ma le motivazioni alla base delle spese fatte. La verità che invece sembra venire fuori da questa strana gara “a chi ha speso di più” è che si cerchi di agitare le acque in modo da attutire il colpo mediatico della situazione attuale trincerandosi dietro il fatto che “anche gli altri lo hanno fatto prima”, come se, per conseguenza diretta, i successori fossero indirettamente autorizzati ad agire in tal senso.
Per correttezza va fatto rilevare che l’introduzione dell’uso delle carte di credito è merito della attuale giunta Paroli e che per questo motivo risulta assai difficile fare paragoni con la precedente giunta Corsini visto che, la carta di credito consente all’utilizzatore di spendere “prima” di esibire la giustificazione della spesa, mentre senza carta di credito i pagamenti vengono erogati sicuramente in base a giustificazioni o fatture e che pertanto i pagamenti potrebbero essere rifiutati qualora la motivazione di spesa fosse riconosciuta non valida.
Assodato dunque che un parallelismo fra le due situazioni risulta quantomeno azzardato, rimane pur sempre una evidente e preoccupante tendenza a spendere il denaro delle casse comunali con minore accortezza di come si spenderebbe il proprio ed è su questo aspetto che la questione deve far riflettere.
L’introduzione delle carte di credito fu introdotto da questa amministrazione come elemento di controllo e trasprenza delle spese, ma allora come è possibile che sapendo di essere controllati in nome della trasparenza, ci si sia dimenticati di fornire adeguata documentazione giustificativa?
In una situazione simile sarebbe corretto rimettere il proprio mandato e chiedere agli elettori la conferma della fiducia accordata a suo tempo, ma in Italia, i recenti eventi politici e giudiziari ci hanno abituati a ben altre soluzioni.
L’entrata in scena delle spese della giunta Corsini non giustifica e non offusca la vicenda delle carte di credito: possiamo sicuramente rilevare che le due vicende proseguono su due binari paralleli ed escludiamo a priori che l’una possa giustificare l’altra perchè altrimenti, significherebbe veramente aver perso il senso della misura e del rispetto nei confronti dell’intelligenza dei cittadini.