L’entrata in funzione della discarica di amianto sta sollevando un vespaio di polemiche sulla sua gestione. Le prime lamentele si sono avute già dal primo conferimento di cui è stata evidenziata la mancata copertura a fine giornata.
Le lamentele proseguono adesso con il mantenimento della chiusura di via Brocchi: esatto, perchè via Brocchi non è una strada privata ma una PUBBLICA VIA che il Comune di Brescia aveva chiuso al traffico per agevolare i lavori di realizzazione della discarica. Con l’entrata in funzione della stessa è logico presumere che questi lavori siano stati completati e che sarebbe giusto che via Brocchi fosse restituita alla pubblica viabilità.
Rileggendo infatti l’autorizzazione rilasciata alla Profacta non risulta da nessuna parte che questa pubblica strada debba rimanere chiusa ad uso esclusivo della ditta, in quanto il conferimento del materiale in discarica è previsto (citiamo testualmente) ” le principali vie di avvicinamento all’impianto sono l’Autostrada A4, la tangenziale sud di Brescia e via Serenissima (S.S. 236); da quest’ultima l’accesso avviene tramite alcune strade private, anche interne all’attigua discarica di inerti ormai esaurita ed in fase post operativa “. Quali siano le strade interne e private a noi non interessano, l’importante però che le strade pubbliche rimangano tali e non vengano utilizzate esclusivamente per interessi personali e commerciali che, negli utimi tempi, ci sembrano essere stati tutelati anche troppo!
Chiediamo quindi che, a seguito dell’entrata in funzione della discarica che sancisce ufficilmente il termine dei lavori per il suo approntamento, VIA BROCCHI VENGA RIAPERTA AL TRANSITO PUBBLICO e, nel frattempo, che venga verificato il completamento di tutte le opere previste per la corretta gestione della discarica.
In tal senso citiamo quanto prescritto all’interno dell’autorizzazione:
– prima dell’attivazione della discarica dovrà essere installata e funzionante la centralina di campionamento sequenziale di PTS e fibre d’amianto; dovrà altresì essere condotta una prima campagna di misura (bianco di riferimento). I parametri saranno monitorati in continuo con centralina sequenziale di campionamento ed 7 analisi gravimetrica sulle 24 h; per le fibre d’amianto l’analisi dovrà essere eseguita una volta settimana in MOCF sulla membrana risultata maggiormente carica.La centralina dovrà esser dotata di rilevamento dei parametri meteo previsti al p.to 5.6 del DLgs 360/03.
– Dovrà essere realizzata una significativa fascia boscata (ossia utilizzando essenze arboree d’alto fusto, arbusti alti e bassi) con funzione di filtro, sia in fase di approntamento sia in fase di esercizio, lungo il lato nord-ovest della discarica. Le piante da collocare a dimora dovranno essere autoctone. Tutto il materiale dovrà essere in zolla e messo a dimora prima dell’inizio dei lavori d’approntamento della discarica (!)
– Dovranno essere previste specifiche manutenzioni dei piazzali e delle vie di accesso alla discarica attuando pulizie delle superfici con motoscope o similari…
– Il progetto prevede….asfaltatura dello scivolo di accesso…..
Queste sono le prescizioni più importanti contenute nell’autorizzazione della discarica rese necessarie da un minimo di tutela della salute pubblica.
La domanda adesso è: chi è incaricato di verificare che queste opere siano state eseguite?