E’ quello di Mario Pisegna il volto televisivo protagonista dell’inizio della singolare protesta del Comitato Spontaneo Contro le Nocività in relazione alla realizzazione della discarica di amianto in via Brocchi da parte della Profacta (una società del Gruppo Faustini).
La discarica, come è noto, è ormai in fase di ultimazione e potrebbe iniziare a ricevere l’amianto già in tempi brevi in forza della recente RI-autorizzazione della Regione Lombardia rilasciata il 21 Novembre scorso. Ma perchè è stato necessario ri-autorizzare la discarica se la precedente autorizzazione era in regola?
A suo tempo, il Co.di.Sa insieme al Comitato Spontaneo avanzarono ricorso al TAR circa la contestata autorizzazione che, riscontrando elementi meritevoli di valutazione, sospese per ben due volte i lavori di costruzione.
Poi, quando tutto sembrava andare verso una chiusura del progetto, arriva la sorpresa: il TAR respinge il ricorso perchè lo stesso risultava essere stato notificato alla ditta fuori dai termini legali a causa dell’indicazione in busta dell’indirizzo errato della Profacta.
Su questo ricorso pende ora una valutazione nel merito dello stesso che rischia addirittura di arrivare DOPO che l’amianto sarà stivato nella discarica i cui lavori sono ripresi grazie appunto ad una seconda autorizzazione della Regione Lombardia accordata in forza di qualche centimetro in più di distanza dal fondo.
Ma i veri ostacoli ambientali e le paura per la salute dei cittadini vengono maggiormente dall’eccessiva vicinanza della discarica stessa con il centro abitato di Buffalora e San Polo e, addirittura, con quelle degli edifici pubblici, fra cui anche scuole elementari e materne a meno di un chilometro.
Il silenzio dell’Amministrazione Comunale sulla vicenda non contribuisce certo a rassicurare i cittadini che si aspettano delle risposte in merito ai tanti interrogativi posti.
Lo dice anche Mario Pisegna nella intervista rilasciata ai microfoni di Teletutto (emittente televisiva bresciana) che chiede anche come mai l’amianto venga semplicemente interrato quando in altri stati viene trattato come rifiuto pericoloso e rinchiuso in appositi contenitori in cemento alla stessa stregua dei rifiuti radioattivi.
Certo, interrare è più economico e remunerativo, ma siamo sicuri che sia veramente la soluzione migliore?